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Siria: accordo Governo-Opposizioni per il cessate il fuoco

Siria: accordo Governo-Opposizioni per il cessate il fuoco

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Un accordo per il “Cessate il Fuoco”, che avrà efficacia sulla totalità del territorio siriano è stato raggiunto in queste ore in Siria. Significativo il fatto che a darne l’annuncio sia stato il Presidente russo Vladimir Putin pochi minuti fa. Le dichiarazioni del Cremlino sono state seguite da analoghe prese di posizione dei ribelli siriani (filoturchi, Ex FSA del Syrian National Coalition) e dal governo di Damasco. L’accordo arriva pochi giorni dopo il summit Russia-Turchia-Iran che ha posto le basi per la spartizione della Siria, comunque formalmente manterrà la sua unità territoriale, in aree di influenza sotto la supervisione turca, russa e sciita.
Da questo accordo appare evidente che siano esclusi i curdi del YPG e le frange sunnite che non si rifanno alla Turchia, o che non hanno riconosciuto in Ankara il loro legittimo rappresentante.
La Guerra in Siria quindi prosegue ma con la teorica netta separazione (almeno questa ci sembra l’intenzione del Cremlino) tra ribelli “moderati”, che accettano i colloqui di pace, e “estremisti” e “terroristi” che invece proseguono la battaglia. Tale netta divisione potrebbe essere funzionale a una collaborazione militare tra Russia e Stati Uniti nella definizione degli obiettivi di una futura campagna aerea congiunta. Secondo quella che ha noi sembra essere la visione del Cremlino, chiunque oggi continui la battaglia in terra di Siria non potrà essere definito “moderato” e quindi sarà soggetto a possibili raid aerei anche da parte della futura amministrazione Trump.
Non è ancora chiaro chi sarà incaricato di supervisione la tenuta del “Cessate il Fuoco” e se gli osservatori ONU, che verrano inviati ad Aleppo potranno estendere il loro mandato al fine di vigilare su questa ultima proposta di tregua.
La Russia nel mentre pare intenzionata a espandere ulteriormente la base navale di Tartus, in modo tale che possa accogliere anche le unità maggiori della Flotta Russa, significando l’intenzione di Mosca di non lasciare la Siria dopo la stabilizzazione del paese, ma di mantenere nella parte orientale del mediterraneo una forte presenza militare. Nell’accordo di cessate il fuoco sarebbe prevista una riduzione della componente militare russa operante ora a Latakia