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La Corea del Nord si prepara al lancio di un ICBM

La Corea del Nord si prepara al lancio di un ICBM

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Dongchang-ri , questo il nome della base missilistica dalla quale nei prossimi giorni verrà lanciato il missile balistico intercontinentale taepondong 2, ribattezzato per l’occasione Uhna-4. Il missile, un puzzle Made in Nord Corea utilizzando due vettori in possesso delle forze armate di Pyongyang, un MRBM di origine cinese come primo stadio ed uno scud B come secondo stadio, verrà lanciato in una finestra compresa tra il 10 ed il 22 dicembre; tuttavia i nostri analisti ritengono che la effettiva finestre di lancio sia più limitata e termini il 18 dicembre, giorno della vigilia delle elezioni presidenziali in Corea del Sud.
Corea del Sud all’interno della quale la visione su come trattare i nord coreani non è univoca, il presidente in carica Lee è fautore della linea dura ed è stato trattenuto in passato da ritorsioni durissime nei confronti del nord dalla pressione diplomatica esercitata dal presidente americano Obama. La vittoria di Lee sarebbe un problema in più per il nord che si troverebbe a confrontarsi con un presidente determinato a non subire mai più provocazioni da Pyongyang, quale ne sia il prezzo e quale che sia la presa di posizione dell’inquilino della Casa Bianca.
In questo momento inoltre la Corea del Sud non ha implementato in maniera sufficiente le misure di protezione contro le provocazioni nord coreane nella zona più difficile del confine e cioè la zona di mare ad ovest del paese, e non dispone ancora della tecnologia necessaria a colpire rapidamente e con precisione ogni parte del territorio del nord.
Per rimanere focalizzate sulla zona di confine marittimo occidentale la carenza maggiore dell’area è il mancato dispiegamento del missile di altissima precisione a corto raggio Spike NLOS di fabbricazione israeliana, arma ideale per eliminare le postazioni di artiglieria esistenti lungo la costa nord coreana prospiciente gli isolotti in possesso del sud, che come ricorderete sono stati oggetto di un bombardamento da parte dei nordcoreani un anno fa.
Mentre la tensione nella penisola coreana cresce registriamo i primi movimenti delle nazioni limitrofe. Il Giappone sta organizzando il proprio sistema antimissile nel caso in cui il missile lanciato da Dongchang-ri minacci il territorio giapponese. Tre incrociatori dotati del sistema AEGIS si stanno posizionando tra Okinawa e la parte centrale del paese e i missili Patriot PAC/3 faranno presto la loro comparsa nei pressi di Okinawa e alla periferia nord di Tokio, pronti per qualsiasi evenienza.
Nel frattempo si leva, nell’assordante silenzio delle grandi potenze, Stati Uniti compresi, la voce della Federazione Russa che esorta con grande forza la Corea del Nord a non eseguire il test in oggetto che sarebbe visto dalla comunità internazionale nell’unica maniera possibile e cioè come un tentativo nordcoreano di acquisire le capacità necessarie a trasportare un ordigno nucleare ovunque del mondo e far entrare il piccolo stato comunista, dove i comuni cittadini non hanno spesso di che sfamarsi, non solo nel club nucleare ma nel più esclusivo club di paesi armati di ICBM a testata atomica.