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Le Riserve Strategiche italiane di Gas Naturale

Le Riserve Strategiche italiane di Gas Naturale

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L’Italia dispone di buone riserve strategiche di gas naturale, che mettono al riparo il paese, o perlomeno le utenze civili e quelle di interesse strategico per tre mesi in caso di carenze nelle forniture estere; forniture che rappresentano per l’Italia la fonte principale di approvvigionamento energetico. In tempi di normalità la differenziazione che Eni ha effettuato, tra Russia, paesi del nord Africa, ed Asiatici, e la prossima ventura costruzione di più impianti per ricevere le navi gasiere che trasportano gas naturale liquefatto ( i cosiddetti rigasificatori ), assicurano una fornitura lievemente sovrabbondante, su base annuale, rispetto a quanto serva a tutto il sistema italiano. A complemento di questo sistema di importazione esistono due “risorse” che sono presenti sul nostro territorio nazionale. wikiQueste due risorse sono rappresentate dai campi di Gas Naturale, presenti in maniera preponderante nel Mare Adriatico, sia nelle nostre acque territoriali sia nella zona economica esclusiva italiana, e le Riserve Strategiche. Per quanto riguarda i campi di Gas Naturale, essi, in rapporto alla loro dimensione, stanno svolgendo egregiamente il loro lavoro, fornendo ogni anno una quantità sempre maggiore della preziosa materia prima.

Veniamo ora alle Riserve Strategiche.

Per un Paese come l’Italia in cui la produzione domestica di Gas copre solo il 10% dei consumi nazionali risulta necessario anzi, imperativo, possedere uno o più siti di stoccaggio dove accumulare il metano che è indispensabile al funzionamento del paese e che per molte ragioni potrebbe non essere disponibile, per un certo periodo di tempo sul mercato. Nel recente passato, abbiamo già assistito a momenti nei quali le forniture di gas verso l’Italia sono state ridotte. Vogliamo citarvi due tra i casi più emblematici: il primo dovuto ad un contenzioso diplomatico tra nazioni, il secondo dovuto ad una guerra. Il primo caso riguarda le forniture dalla Russia che all’inizio degli anni 2000 furono più volte interrotte in terra Ucraina, dove transitano alcuni tra i maggiori metanodotti, a causa su dispute sui diritti di transito reclamati dal governo di Kiev e non concessi in toto da Mosca. Tutti temettero una crisi energetica a livello europeo, ma in Italia i responsabili dell’ Eni tranquillizzarono tutti, in quanto disponevamo di riserve strategiche di adeguate dimensioni. Il secondo caso è più recente e accadde in estate quando il consumo di Gas è al minimo annule, ci riferiamo al conflitto Libico, anche in questo caso all’Italia mancò in pochi giorni il 20% del Gas importato. La  guerra finì in tempi abbastanza rapidi e pochi mesi dopo la fornitura è ripresa.

Ma cosa sono le Riserve Strategiche?

Le riserve strategiche sono in sostanza grandi depositi di Gas, nel nostro caso sono depositi naturali, nessuna enorme cisterna o contenitore artificiale, le Riserve Strategiche Italiane sfruttano vecchi giacimenti di metano che erano ubicati in val Padana e che l’Agip sfruttò nei primi anni del dopoguerra, ora che questi depositi sono esauriti durante l’estate vengono nuovamente riforniti con il Gas prodotto o importato e non utilizzato nella stagione calda e durante l’inverno vengono in parte svuotati per far fronte ai momenti di grande domanda, ma una parte di questi depositi sono intangibili, perchè destinata unicamente a essere utilizzata in caso di Emergenza, come una guerra o una crisi internazionale.

Questo nostro editoriale vuole mettere in evidenza l’importanza di questa risorsa e mettere sull’avviso i nostri lettori a proposito di un fatto. All’interno del decreto di fine anno del Governo Italiano anche le riserve strategiche hanno avuto la loro parte. Per aumentarle penserete voi, visto che siamo in un momento di forti tensioni internazionali e con un crisi petrolifera che potrebbe aprirsi nel Golfo Persico? Invece No! Nel decreto governativo le riserve strategiche vengono ridotte, di una quota ancora non definita, che potrebbe essere ben al di sopra del 10%, per affidare questi stoccaggi a compagnie energetiche che opereranno sul mercato libero dell’energia. Questo per l’Italia è sicuramente un errore di strategia, forse il prezzo del Gas al consumo calerà dello 0,5% ma la disponibilità di Metano per il Paese in caso di emergenza potrebbe diminuire dagli attuali 90 giorni a circa 65-70 giorni.

Un azzardo di chi forse conosce molto bene l’economia, ma conosce molto poco la geopolitica e la strategia.