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Yellow Light

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Yellow Light , Luce Gialla. Nel gergo dei militari e dell’ intelligence di solito è una autorizzazione tacita ad una azione.  Ai giorni nostri e nel contesto attuale la luce gialla significa qualcosa di leggermente diverso.  Ci riferiamo, naturalmente, alla tesissima situazione esistente tra l’Iran da una parte e le Monarchie del Golfo, gli Stati Uniti e Israele dall’ altra.

Vediamo perchè parliamo di luce gialla. Nei giorni scorsi si sono succedute dichiarazioni e incontri anche informali che possiamo definire decisamente “non rituali”.

Possiamo suddividere questi incontri in base alle personalità di spicco che li hanno tenuti quasi contemporaneamente in questi giorni.. Iniziamo con il ministro degli esteri israeliano Avigor Lieberman; storicamente Lieberman è colui che tiene i rapporti con Mosca, la settimana scorsa Lieberman si è recato a Mosca, esattamente il 7 dicembre, ed ha avuto colloqui ai massimi livelli, compreso il primo ministro Vladimir Putin. Poco prima della sua partenza Lieberman aveva definito le elezioni Russe regolari, viziate al limite da qualche piccolo errore, ma che può capitare ovunque nel mondo. A molti questa è apparsa una chiara “captatio benevolentiae”, un modo per rendere più amichevole il colloqui e dimostrare l’ appoggio di Israele al gruppo dirigente Russo.  Per comprendere quello che probabilmente si sono detti il premier russo e Lieberman dobbiamo attraversare l’ oceano e arrivare in Maryland, al Gaylord Hotel. In questo grande albergo c’ è stata il giorno 16 dicembre un incontro tra il ministro della difesa di Israele Ehud Barak e un altro Barack che di cognome fa Obama.  Ehud Barak è da sempre il colui che tiene i rapporti ad alto livello con la parte democratica delle istituzioni americane. Non è rituale che un presidente americano in carica e un ministro della difesa israeliano si incontrino e  per una mezz’ora si chiudano in una stanza di albergo. Probabilmente il ministro di Israele ha espresso al Presidente tutta la preoccupazione, e forse i dati in mano agli Israeliani, che la linea rossa identificata dal gabinetto di difesa, per quanto riguarda l’ Iran, si sta pericolosamente avvicinando.

fonte gov USA
Leon E. Panetta

A conferma di questo fatto è notizie di poche ore che il segretario della difesa americano, Leone Panetta ( permettetemi di aver aggiunto la e al suo nome ma così è molto più italiano ) ha fatto una dichiarazione pubblica che cambia la posizione ufficiale degli Stati Uniti: fino a poche settimane fa l’ America pubblicamente sosteneva che l’ Iran non avrebbe potuto costruire La Bomba per almeno altri due o tre anni, ieri sera, invece, Panetta ha dichiarato pubblicamente che l’ Iran è a meno di un anno dall’ottenere l’ arma atomica. Di fatto un cambio radicale nella visione pubblica degli USA. Questa affermazione determina una conseguenza pratica e politica allo stesso tempo, la questione Iraniana deve essere risolta da questo Presidente e prima delle elezioni di novembre. Immaginate cosa succederebbe se qualcuno in Iran festeggiasse l’ insediamento del nuovo Presidente americano, oppure la conferma di Barack Obama, con un test di un arma nucleare. Ricordiamo che la filosofia di CIA e dipartimento della difesa è sempre stata quella di sottovalutare pubblicamente un pò le capacità iraniane, se Panetta dice un anno probabilmente il tempo reale è inferiore. Quindi la Yellow Light, la luce gialla, è accesa, non nel senso di autorizzare Israele ad attaccare da solo, ma nel senso di iniziare i preparativi concreti utili ad un attacco: la logistica delle armi, ad esempio spostare qualche Patriot in Israele, fornire di bombe Bunker Buster gli alleati del golfo, posizionare le portaerei, preparare i civili in Israele e nel Golfo, e organizzare un summit magari in territorio amico, ma non negli Stati Uniti o nel Golfo dove discutere gli aspetti politi di una guerra che ogni giorno si fa più vicina.