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Monito alla Corea del Nord: basta Provocazioni

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WikiFonti militari di Tokio, e fonti diplomatiche Sud Coreane e degli Stati Uniti confermano che prima della fine del 2012 sarà firmato un protocollo operativo che coinvolgerà le forze armate Sud Coreane e le forze americane di stanza in Giappone. Tale protocollo operativo prevede che in caso di nuove provocazioni militari da parte della Corea del Nord nei confronti della Corea del Sud le forze armate americane di stanza in Giappone verranno automaticamente messe a disposizione del comando americano di Corea al fine di assicurare una risposta rapida e con mezzi adeguati alla minaccia proveniente dalla Nord Corea. Questo nuovo accordo diplomatico e militare è avvenuto con il benestare del governo di Tokio, non è ancora chiaro, ad oggi, il ruolo delle forze di autodifesa nipponiche in tale scenario, appare comunque probabile che le forze del sol levante prendano parte a eventuali scenari di conflitto solo se verrà attaccato o minacciato direttamente il suolo Giapponese.

Questo nuovo accordo operativo non è cosa da poco. Riflette il nuovo modo di porsi ai nemici da parte dell’amministrazione Obama, che ha compreso chiaramente che i reiterati inviti al dialogo a al famoso ” restraint ” invocato come un mantra ad ogni crisi internazionale non ha pagato, anzi ha posto l’America in una situazione di debolezza e forse costretta a dimostrare con i fatti la propria determinazione, proprio quello che il presidente voleva evitare all’inizio del proprio mandato, e che aveva ampiamente pubblicizzato ricevendo anche il Premio Nobel per la pace, di fatto, sulla parola.

Oggi, non per uno strano gioco del destino, ma per quello che è stato un errore di strategia, il Presidente Obama si vede costretto a mostrare i muscoli, a schierare le portaerei, i sottomarini classe Ohaio modificati per lanciare i missili cruise convenzionali, preparare i B-2 per l’utilizzo delle nuove bombe Bunker Buster da 15 tonnellate contro i bunker iraniani rinforzati e  cercare di evitare all’america e al mondo un nuovo shock petrolifero.

In questo scenario complesso la piccola Corea del Nord gioca un ruolo da protagonista, non solo perchè è un alleato “ombra” della nazione iraniana ma perchè è per la Cina una pedina fondamentale, indispensabile, insostituibile, sia nella difesa della nazione cinese, sia nella partita delle dispute territoriali sulle acque internazionali e le zone di interesse economico esclusivo per le quali la Cina sta avendo in questi mesi dispute sempre più frequenti e non solo diplomatiche con il Giappone, le Filippine, il Laos e perfino con un alleato storico come il Vietnam che addirittura si è rivolto al vecchio nemico americano per ricevere supporto nella disputa con Pechino.

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Il relitto della corvetta Cheonan

I Giapponesi in particolare hanno compreso molto bene questa situazione e il ministro degli esteri Nipponico, dopo l’annuncio della morte di Kim Jong Il, si è recato in Cina proprio per dialogare sulla questione Nord Coreana, chiedendo alla Cina di esercitare tutto il proprio peso politico ed economico verso Pyongyang al fine di garantire la stabilità nella transizione del potere dopo la morte del Caro Leader e far si che i nuovi assetti del regime raggiungano al più presto una sorta di equilibro. Anche gli americani hanno rinnovato l’offerta di nuovi colloqui sul nucleare in tempi rapidi e lavorano per garantire alla Cina l’intangibilità del proprio stato cuscinetto in cambio della cessazione delle provocazioni Nord Coreane, che hanno causato ormai troppi lutti e troppo imbarazzo al presidente Lee, alle prese con una opposizione ultra nazionalista in netta ascesa che reclama vendetta per l’affondamento della corvetta Cheonan e il bombardamento dell’isola di Yeonpyeong.

Questo accordo, oltre alla nuova catena di comando delle forze armate sud coreane, e oltre ai nuovi sistemi d’arma messi in linea da Seoul, chiarisce una volta per tutte che il Presidente Lee e l’amministrazione Obama, di intesa con l’alleato nipponico che la pazienza è finita e che ad ogni provocazione della Corea del Nord l’America risponderà senza il vecchio ed abusato ” restraint “.