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No nuclear, no party

No nuclear, no party

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Sono giorni caldi questi, localmente e globalmente: un’estate molto calda e secca nell’Europa centro-meridionale (ma decisamente fredda e perturbata nell’Europa settentrionale e parte della Russia), un Nino che dovrebbe essere tra i più forti degli ultimi decenni, e l’annuncio a tamburo battente di Obama di una nuova politica energetica da qui al 2030. Tutti argomenti che scaldano i cuori e le posizioni, su entrambe le sponde dell’Atlantico, ma anche su quelle del Pacifico. La politica energetica obamiana, infatti, nasce da una preoccupazione di salute pubblica, riguardo l’impatto del carbone sulle patologie oncologiche e respiratorie; e anche da una preoccupazione ambientale, legata principalmente alla CO2 ed all’effetto serra, e secondariamente ai composti solforosi in atmosfera. Il succo della politica è semplice: liberarsi dalle centrali termoelettriche alimentate a combustibili fossili; per puntare sulle energie rinnovabili.
In realtà, i problemi non finiscono qui, anzi sono appena iniziati. In primo luogo, una simile politica si rivela efficace solo se l’Eurasia la segue immediatamente, altrimenti essa avrà un impatto limitato agli USA. Luogo in cui le politiche ambientali, la crisi del 2008 e la successiva transizione verso il gas naturale (fossile ma a minori emissioni) hanno già fatto metà del lavoro promesso da Obama. Leggiamo infatti che, del -32% di emissioni di CO2 promesso entro il 2030, un -15% è già stato realizzato entro il 2013; inoltre, il nuovo obiettivo è solo del 2% più ambizioso del precedente, quindi sostanzialmente lo sbandierato annuncio, è solo una revisione al rialzo (nemmeno eccessivo). Una goccia in una mare di paesi che continuano ad emettere come se non ci fosse un domani, specie tra Cina ed India.

Secondo punto, in tutto questo calderone (è il caso di dirlo), manca un importante attore: il nucleare; che non si capisce bene se sia stato osteggiato, promosso o semplicemente dimenticato dall’annuncio obamiano. L’energia atomica, finora, è stata comunque moderatamente favorita dall’amministrazione del presidente, confermando i programmi di nuove costruzioni della presidenza Bush Jr. e riconoscendo la sua importanza come energia “carbon-free”. Il nucleare americano gode inoltre di ottima salute, tecnicamente parlando. Gli USA sono infatti il paese col più alto numero di reattori al mondo; e questi reattori viaggiano con un fattore di capacità annuo medio del 90%, uno dei migliori al mondo. Soprattutto, però, esso è largamente superiore ai fattori di capacità annui registrati da eolico e solare, rispettivamente intorno al 30% ed al 15%: detta rozzamente, ci vuole una potenza installata superiore di 3 volte per l’eolico e di 6 volte per il solare, per generare la stessa energia in un anno di un reattore nucleare. Questo però non è l’unico fattore, dato che mentre l’energia atomica è stabile e prevedibile (i fermi vengono attuati o per manutenzione/ricarica, o per eventi esterni), le energie eolica e solare dipendono fortemente dagli eventi meteorologici e dai cicli astronomici. Infine, vi è un altro costo nascosto: questa instabilità e scarsa prevedibilità porta a costi maggiori nella gestione delle reti elettriche, per poter o immagazzinare (per ora pressoché impossibile su larga scala) o disperdere gli eccessi di energia in rete. Viceversa, nei momenti di picco minimo della produzione si rende spesso necessario il sostegno di gruppi a gas, combustibile molto costoso nell’Eurasia (meno negli USA), per garantire la richiesta di energia. Il tutto crea anche un paradossale circolo vizioso nei prezzi dell’elettricità, in aumento per i comuni consumatori, ma totalmente instabili nella borsa elettrica (in caso di eccesso di energia, il prezzo diviene addirittura negativo) tale da danneggiare fortemente gli altri produttori. Che a sua volta, potrebbe dire Obama, sarebbe un bene purché mettesse già di suo fuori mercato le centrali a carbone: ma siccome la realtà è molto diversa dalla teoria, l’alternativa diviene quella di pagare un salato conto finanziario (gas, in azione solo “al giusto prezzo”), o ambientale (lignite, meno costosa del carbone), o sociale (blackout in caso di carenza di energia). Il problema è infatti ampiamente conosciuto sia in America, dove California e Vermont hanno deciso di dismettere sia il carbone che il nucleare, sia in Germania dove in dismissione è solo il nucleare. A tale proposito, sono appena usciti due begli articoli.

Il primo, di Forbes, tratta appunto dell’annuncio di Obama e del fatto che il nucleare sia una parte fondamentale di un mix energetico carbon-free. In particolare, colpisce l’esperienza del piccolo stato del Vermont, che qui riporto:

This can be seen in Vermont where their single nuclear plant was closed prematurely. They have been buying nuclear power and hydropower from out of state just to maintain their existing level of low-carbon power. Since their 2005 levels were based on having so much of their power from nuclear, achieving more carbon reductions under this Clean Power Plan will be difficult, and will include continued purchasing of expensive power from out of state.

Riassumendo, la chiusura prematura dell’unica centrale nucleare dello stato, comporta di fatto l’obbligo per lo stesso di importare, a caro prezzo, energia carbon-free dagli stati vicini, se vogliono mantenere il proprio livello di emissioni in linea con quanto dichiarato dal presidente.

Il secondo è invece centrato sulle esternalità dell’energia eolica nella Germania settentrionale, pubblicato da Politico.EU. Dove per esternalità non intendo tanto la distesa di pale eoliche sul territorio o come esse vengano prodotte o smaltite; quanto il fatto che, durante i picchi di produzione elettrica, l’energia elettrica vada letteralmente distribuita all’esterno per evitare sovraccarichi. I paesi confinanti sono infatti stanchi di dover assorbire questi picchi, in giorni ed ore in cui non hanno bisogno di così tanta elettricità, e quindi ora Polonia, Cechia, Francia, Paesi Bassi e Belgio premono sulla Germania perché letteralmente la smetta di usare le loro reti elettriche per disperdere gli eccessi della propria. Anzi, oltre che premere agiscono, ed entro un paio d’anni essi potranno bloccare a piacimento l’elettricità in entrata. Tra le alternative, l’uso di attuatori che blocchino le pale in caso di eccesso di produzione; o il trasporto di energia elettrice verso la Germania meridionale. “Ma come”, si dirà, “non sono nello stesso paese, nella stessa rete elettrica?” Certamente lo sono, ma su lunghe distanze ci vogliono reti costruite per convogliare tale energia: non bastano insomma i comuni elettrodotti. In pratica, è come se in Germania esistessero due griglie elettriche, Nord e Sud, che comunicano ma non hanno la capacità di trasmettere sufficiente energia l’una all’altra. Se la soluzione di potenziare tale connessione appare semplice, costi a parte, la risposta dei bavaresi è stata in perfetto stile nimby: non vogliamo nuovi elettrodotti. Il tutto si inserisce in un problema di respiro molto più ampio e che coinvolge tutta Europa, cioè la scarsa connessione delle diverse griglie elettriche nazionali. Avere un’unica griglia europea permetterebbe infatti di superare tali problemi, trasmettendo l’energia (di qualunque tipo) dal luogo dove è prodotta in eccesso al luogo dove è richiesta in eccesso. Come però ben sappiamo in Italia, gli investimenti richiesti non necessitano solo di denaro, ma anche del consenso di una popolazione che spesso è riuscita a bloccare o almeno ritardare numerosi progetti, pure a riguardo di “innocue” reti elettriche. L’Energiewende tedesca, col suo massiccio ricorso alle rinnovabili ed il progressivo ma rapido smantellamento della capacità nucleare, si è dimostrato finora una trappola per i costi ai consumatori della Germania, e questi sarebbero altri costi aggiuntivi. Vediamo infatti il costo del kWh contro la capacità di rinnovabili installata, che pone la Germania (insieme alla Danimarca) in cima al grafico:

Grafico energia

Possiamo dunque concludere che, al di là delle gran casse mediatiche ad uso politico, la produzione di energia elettrica deve essere:

sicura e garantita quando serve;

sostenibile sia in senso ambientale che finanziario;

libera dal sogno che un’unica fonte energetica possa fare tutto.

La generazione di elettricità deve dunque essere diversificata, ma ogni fonte deve contribuire in proporzione alle sue reali capacità di essere sostenibile finanziariamente: un giusto mix contempla tutte le soluzioni, al massimo escludendone una. Il nucleare, quindi, rimane un importante contributo alla produzione di energia, se si vogliono mantenere gli obiettivi sulle emissioni senza creare il caos nelle reti di distribuzione e nel mercato energetico.

Ci si conceda una chiosa finale. Una buona politica dovrebbe affrontare questi temi in maniera pragmatica, senza sottovalutare i problemi presentati dai tecnici del settore e senza dare eccessivo peso a questa o quella lobby. Bisogna guardare al quadro di insieme ed alle necessità di approvvigionamento energetico, elaborando programmi concreti a lungo termine e dando chiari messaggi e corretta informazione ai cittadini, piuttosto che indulgere nel facile ed acquiescente populismo. In tal senso, la politica di Obama non è delle peggiori, ma rischia di essere incentrata più su annunci roboanti che su programmi reali, lasciando in mano ad altri (i singoli stati piuttosto che le lobby delle rinnovabili o del gas) i problemi della politica energetica nazionale.

1 http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Obama-I-cambiamenti-climatici-sono-la-piu-grande-minaccia-per-uomo-occorre-agire-b9934c7a-8aa9-4452-af2e-bc543440dcae.html

2 https://it.wikipedia.org/wiki/Fattore_di_capacit%C3%A0

3 http://www.world-nuclear.org/info/Country-Profiles/Countries-T-Z/USA–Nuclear-Power/

4 https://en.wikipedia.org/wiki/Capacity_factor#United_States

5 http://www.forbes.com/sites/jamesconca/2015/08/04/only-one-loser-in-obamas-clean-power-plan/

6 http://www.politico.eu/article/strong-winds-in-germany-a-problem-in-central-europe/

7 http://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca/2015/07/28/news/terna-contrattacca-senza-la-nuova-rete-e-rischio-blackout-1.11848617

8 http://wattsupwiththat.com/2015/08/03/obama-may-finally-succeed/

Comment(31)

  1. Intanto un altro si aggiunge alla lista di chLtci avverte…

    . Gen. Fabio Mini, former chief of Staff of the NATO Southern Command and former commander of KFOR in Kosovo, has warned of an escalation of the current ongoing “world war” into a nuclear confrontation, and has connected this dynamic to the power of financial markets over nation-states.

    In an interview with Enzo Pennetta on his website “Critica Scientifica”, Mini says that “starting with the cold war launched by the Baltic countries against Russia, from the American ‘covert’ war against Russia itself, from the Russian pretexts against Ukraine to Syria, to Yemen and all other so-called minor or ‘low-intensity’ conflicts, everything indicates that we don’t have to wait for another total conflict: We are already up to our neck in it.

    “What is occurring in Asia with the Pacific strategic pivot is perhaps the most evident sign that the perspective of a World War II-like explosion is more probable in that theater. Not so much because aircraft carriers and missiles are being moved there (which is indeed taking place), but because the preparation for a world war of that kind, including the inevitable nuclear confrontation, is what is being prepared. That is not to say that it will happen immediately, but the longer the preparation goes on, the more resources will go into weapons and the more Asian and Western minds will orient to that direction.”

    General Mini indicates the cause of war in the “strong resistance to change in a multipolar sense,” which is another way of pointing to the geopolitical opposition to the new BRICS paradigm. Some rich as well as some poor countries are pushing for a “new order” which is nothing but “the old order of the colonial model.” Armed forces

  2. Secondo alcuni la guerra potrebbe scoppiare entro un mese, comunque entro il 2020.
    Vedremo.

  3. Caldo secco? A me sembra ma un caldo ultra umido. Io il caldo lo tollero benissimo ma sto’ soffocando per l’umidità.

    Sull’energia e l’ambiente ci sarebbero da scrivere libri.
    Obama segue quello che è il trend intrapreso dai media di mostrare al pubblico la CO2 come un nemico numero 1 e maggior causa di tutti i mali del mondo.

    Ebbene la CO2 NON è un inquinante. Fossi Obama mi preoccuperei delle sostanze nocive prodotte da combustione di materiali “sporchi” come carbone o oli combustibili di basso livello.

    Notato come anche nei consumi dei veicoli prendano a parametro la CO2? Che minchiata.

    L’argomento della produzione di energia ha raggiunto dei livelli paradossali. Non capisco più dove termini il confine tra puro business e vera utilità. Anche da noi in Italia hanno fatto campagne assurde sui pannelli solari per poi scoprire che in molti casi era ridicolo ricorrere a tali installazioni.

    Anche nell’automotive non si capisce quanto ci sia interesse reale a spingere per l’auto elettrica e quanto sia solo per ricevere i lauti contributi statali, avere buona pubblicità ed abbassare le emissioni della gamma (esiste una specie di bonus malus in funzione del rispetto di limiti di emissioni sull’intera gamma di veicoli presentata. Quindi ecco perchè sono fioccate cose assurde tipo l’X6 ibrido o la Mercedes SLS o l’Audi R8 totalmente elettriche).

    l’unica cosa certa è che le energie alternative possono aiutare a diminuire il fabbisogno da metodi convenzionali ma MAI potranno sostituirle. Pensate a quanti km^2 di superficie in pannelli servirebbero per produrre i 3GWatt di una centrale convenzionale (nucleare o ad olio combustibile). E questo senza considerare la costanza.

    1. Sei sicuro che la CO2 non è un inquinante?
      La sua presenza in eccesso nell’atmosfera contribuisce all’effetto serra con conseguente riscaldamento globale.
      E ogni alterazione della composizione atmosferica risulta essere inquinante

      1. Non è un inquinante ma un gas serra.

        E comunque siamo un po’ troppo superbi a sostenere che noi abbiamo così tanto potere ad influire sull’andamento del pianeta.

        E’ bastata l’eruzione di qualche anno fa in Islanda per immettere in atmosfera CO2 ed un sacco di schifezze che l’uomo nemmeno può immaginare.

        1. Credo che tu a riguardo abbia un pò di confusione. Quando affermi giustamente che si tratta di un gas ad effetto serra, hai appena confermato che è un inquinante.
          Quando siamo noi ad immetterlo l’equilibrio è modificato artificialmente (inquinante), quando è un vulcano, fa parte dell’evoluzione naturale del pianeta, ma negli effetti poco cambia.
          Il risultato è che una sua maggiore immissione in atmosfera ne conporta una modifica della composizione a discapito dell’equilibrio. E sicuramente un vulcano che erutta oltre a produrre un incremento di CO2 e altri elementi, ha anche l’effetto di rilasciare ceneri che grazie ai venti in quota si diperdono a km di distanza, andando ad agire direttamente sulla matrice suolo, vista la sua azione di ammendante.

          La verità è che l’uomo, con la sua arroganza, crede di sentrirsi Dio e fa e disfà a suo puro piacimento, ma la Terra prima o poi il contro lo presenta.

          1. Però non è inquinante in quanto non nocivo. La CO2 viene prodotta con la semplice respirazione e viene anche utilizzata nell’industria alimentare in vari prodotti.

            io dico che il pianeta non ci presenterà alcun conto. Evolverà semplicemente come farebbe ed ha fatto sempre fino ad ora. Quando sarà il momento di modificarsi lo farà senza guardare chi ci è sopra. Fu così con i dinosauri, lo è stato in tantissime altre occasioni.

      2. Inoltre se tutti siamo spaventati dall’effetto dell’uomo sul pianeta allora dovremmo concluderne che forse è meglio smetterla con la propaganda che vorrebbe farci aumentare di numero.

  4. Lux qui si parla di meteo e di energia nucleare… Ma scherziamo? Con tutto quello che sta succedendo nel mondo? Ma dai…

    1. Vabbè, se per assurdo volessero aprire un post per parlare della sagra della bistecca credo che sarebbe educato rispondere sull’argomento.

  5. Ah… la CO2 non è inquinante! E gli impiegati pubblici sono tutti degli scansafatiche, invece nel privato tutti grandi lavoratori! Quante cose che imparo su questo sito…!
    Anche che la guerra potrebbe scoppiare il mese prossimo o comunque entro il 2020. Lo vorrei sapere con maggiore precisione, così mi compro i popcorn…

    1. Sono opinioni che ognuno si è liberamente costruito in base alle proprie esperienze di vita.

      Perdonaci se te pensi invece il contrario. Abbi pietà di noi.

  6. Senti Carmen, nessuno ti dice nulla se non ci credi. Amen.
    Ma se lo dico è perché altri, alle più alte sfere, lo hanno detto. Poi può succedere o meno. Però ci sono dei segnali che fanno credere che non solo sia probabile, anzi, imminente.
    Poi se vuoi i pop corn, puoi fare a meno di cucinarli. Ci penseranno gli altri 😉

  7. Sono io il primo che ha detto che la guerra scoppierà entro il 2020.
    Come dice Luca, tante personalità influentissime, non di certo Renzi, che oltre a non contare nulla vive in un mondo di fantasia dove gli asini volano, lo hanno detto.
    Qualche testimonianza?
    Gorbaciov parlò all’inizio del 2015 di rischio di guerra nucleare a causa della guerra civile in Ucraina Est.
    Soros, molto più recentemente, ha parlato di rischio terzo conflitto mondiale tra Stati Uniti e Cina a causa delle Senkaku e delle isole artificiali (e la nomina di Carter, molto più aggressivo di Hagel, rientra in questo contesto).
    Sono io che parlo di 2020 perché vedo nell’inizio della nuova decade 1) il simbolo dei problemi legati a sovrappopolazione e finitezza delle risorse.
    2) Per quanto riguarda, invece, i problemi legati al sistema finanziario, debiti pubblici, montagna di derivati, anche nel 2016 o 2017.
    3) Relativamente alle guerre congenite vincolate al tramonto di un impero (USA) e l’ascesa di una nuova potenza (Cina) sposterei il tempi dello scontro oltre il 2020.
    Quindi, come vedete, ci sono almeno 3 cause che suggellerebbero l’inevitabilità di una gigantesca guerra mai vista e le ho ordinate secondo gravità decrescente

  8. Oltre alle persone citate da Alessandro, anche altre:
    Studiosi vari di geopolitica;
    Esperti militari tra cui anche generali ;
    Capi di stato;
    Entro il 2020 inoltre sono previsti riarmi pesanti di molti paesi, tra cui :
    Rinnovamento della flotta indiana con circa 200 navi.
    Rinnovamento armamenti russi (sistemi di difesa, nuovi sommergibili, etc)
    Rinnovamento e ricollocazione flotta usa e apparato atomico usa.
    Acquisti di armi cinesi da parte dell iran.
    Etc etc etc.

    Per questa serie di testimonianze e di riammodernamenti dei vari eserciti, si ritiene una conflagrazione globale ben più probabile che in passato.
    Considerando poi che sempre più giornali (da Foreign Policy a al jazeera passando per il guardian e altri media) danno la possibilità che scoppi un conflitto anche per sbaglio, ciò non fa che aumentare la preoccupazione diciamo…

  9. A proposito di imperi decadenti, l ex capo della cia ha detto che proprio a riguardo le probabilità di uni scontro usa cina sono del 70%…

    1. Bravo, ottima testimonianza, l’avevo scordata. E a proposito, voglio fare il nome di Paul Craig Roberts.

  10. Senza contare la produzione di Hollywood :
    A parte mad max, ormai non si contano più i film ambientati in un mondo post apocalittico in cui la civiltà umana si è quasi annientata del tutto a causa di guerre, vuoi per le risorse, vuoi per i soliti motivi buono – cattivo…
    Tutto questo per dire che anche la macchina cinematografica della propaganda (speriamo si fermi qui, a propaganda pura e fine a se stessa)si è messa in moto.

  11. Voglio dire che è l’ambiente ormai ad essere permeato dalla guerra:prima quella nelle società stesse, poi quelle tra stati.
    Come ha detto il generale nella testimonianza da me sopra citata, è la mente delle persone ad essere sempre più propensa allo scontro. E il riarmo in corso non fa che aumentare la sensazione che lo scontro sia inevitabile.

  12. Ecco un’altra persona si aggiunge alla lista di chi ci avverte…

    senior Iranian official on Wednesday warned of an impending “third world war” that will be sparked by terrorists, according to regional reports.

    Akbar Hashemi Rafsanjani, the chairman of Iran’s powerful Expediency Council, warned in comments that the “outbreak of World War III” is coming in the near future, according to a report by Iran’s Fars News Agency.

    “The threat of the outbreak of the third world war by the terrorists is serious,” Rafsanjani was quoted as saying in a meeting with Italian Foreign Minister Paolo Gentiloni, who was in Tehran this week for a meeting with Iranian officials.

    Rafsanjani blamed the United States and NATO for fostering the conditions that will lead to World War III.

    “The U.S. and the NATO had invaded Afghanistan to uproot terrorism and narcotics, but we saw that terrorism expanded in the form of the ISIL, Boko Haram and Al-Nusra Front to remote parts of the world from Al-Qaeda and Taliban in Pakistan and Afghanistan,” he was quoted as saying.

    Rafsanjani went on to demand that the United States and other Western countries “stop their support for the terrorist groups” in the region.

    Italy’s Gentiloni welcomed Rafsanjani’s comments, according to Fars.

    “In my meetings with Iranian and Italian officials I will mention this and I hope that your proposal will be a starting point in inflicting a historical defeat on the terrorists in different human societies,” he was quoted as saying.

    Senza contare il piano per la regina di ferragosto… Ma c’è un’altra persona che deve parlare a ferragosto, il premier indiano modi… India e Inghilterra, legati per secoli… Strano.
    Se poi a questo aggiungiamo quanto diceva Sputnik il 29/7:

    The Islamic State (ISIL) extremist group is seeking to trigger a conflict in India that could result in the “end of the world,” USA Today reported, citing what is believed to be an ISIL document found in Pakistan.
    Abbiamo un quadro preoccupante.

  13. Purtroppo la gente è assuefatta completamente all’idea di un conflitto.
    La colpa è: 1) dei mass-media, i quali occultano le notizie internazionali di vera importanza e parlano solo di tasse, politica, Sarah Scazzi e Iara Gambirasio; 2) della gente medesima, le quali ha ben altre distrazioni e non vuole sentirsi dire nulla riguardo le possibilità che qualcosa di gigantesco e grave potrebbe spezzare l’attuale stile di vita.
    È anche vero che in fondo si percepisce nell’aria un’inquietudine non diffusa, ma abbastanza profonda. Fateci caso: secondo me la avvertirete anche voi.

  14. Certo che c’è nell’aria un’inquietudine diffusa. Proprio perché stiamo vivendo un periodo particolarmente difficile, a causa di crisi economiche, terrorismo, conflitti vari in Ucraina, Siria, Yemen etc. Proprio perché stiamo vivendo un periodo bruttissimo non capisco perché tutto questo non vi basti. La guerra c’è già, è sociale ed economica. Stiamo vivendo un periodo di destabilizzazione e confusione psicologica. Vi pare poco? Non occorre arrivare a conflitti globali: abbiamo già di che stare male.

    Dai… seriamente: se scoppiasse ‘sta guerra mondiale, chi farebbe la guerra a chi? Sicuramente da un lato ci sarebbero Russia e Cina e dall’altro gli USA. E poi? La Germania, ad esempio, dovrebbe partecipare a una guerra folle perché lo vogliono gli Stati Uniti? I Paesi mediorientali come si comporterebbero, ad esempio, vista la confusione di alleanze che c’è? Provate a spiegare…

    1. Intanto gran parte dell’Europa si è unita agli USA per applicare assurde sanzioni alla Russia.
      Già questa cosa mi pare dare risposta a come si schiererebbero vari Paesi in caso di conflitto.

      Poi magari per l’Italia è diverso. A metà conflitto, se vediamo vincere l’altra parte, cambiamo schieramento.

    2. Ciao Carmen tu chiedi: “La Germania, ad esempio, dovrebbe partecipare a una guerra folle perché lo vogliono gli Stati Uniti?”
      E io ti rispondo: ma certamente. Almeno per quanto riguarda il governo. E lo sai perché? Perché esistono ECHELON, NSA e CIA. Una terribile triade. In una parola: INTERCETTAZIONI!. I governanti europei sono totalmente corrotti da un sistema da grande fratello facente capo ai tre sopra citati: non hanno molta libertà di manovra, tutto sembrerebbe passare dinanzi gli occhi della triade “onniveggente”. Non è semplice vassallaggio agli USA: l’Europa ne è assorbita a causa di un efficientissimo sistema di controllo. Ciò spiega il perché Hollande non ha voluto consegnare le Mistral alla Russia mangiandosi almeno 50000 posti di lavoro e la Merkel imposto contro gli interessi commerciali del suo paese le sanzioni alla Russia. Quindi, per me, sarebbero disposti (imposti in realtà dalla triade) ad entrare in guerra a fianco degli Stati Uniti.
      È vero che stiamo vivendo una guerra mondiale con molte facce data la crisi economica, guerre civili e terrorismo, poca speranza per il futuro, ciò che vogliamo e più inquieta, ma la logica, senza essere né politologi né sapienti di sorta alcuna, mi suggerisce che presto o tardi la situazione deflagrerà prorompentemente per tutti quando giungerà al culmine.
      E molti analisti concordano sul giungere di una fase apicale di questo quadro fosco.

    3. Stia tranquilla, a dispetto di quello che vogliono farci credere alcuni, la guerra nucleare non ci sarà perchè sarebbero tutti sconfitti.

      Ci sono alcuni conflitti di basso livello in corso dovuti a politiche estere di dubbia qualità sia da parte USA che Russo/Cinese, ma sono più che altro conflitti nati per vendere armi e muovere l’economia.
      Di recente c’è stato l’accordo tra l’Iran e la Cina per l’acquisto di 150 aerei e altrettanto accordo con la Russia. Come la vendita di aerei da parte sia statunitense che russa all’Egitto. E’ l’economia che muove il mondo e fino a quando tutti mangiano, nessuno proverà ad attaccare nessun’altro.
      Certo può sembrare alle volte che facciano sul serio, come le sanzioni alla Russia (che sono necessarie e doverose), ma alla fine, come nel caro Iran, gli hanno dato quello che volevano e tutti felici e contenti, tranne Israele.
      Mi preoccuperei molto di più sulle condizioni delle popolazioni in generale e sul grado di emarginazione sociale che stiamo vivendo.
      Questo elemento porta alla nascita di estremismi vari, il vero pericolo odierno.

  15. Si sa che le sanzioni alla Russia vanno contro il nostro interesse, ma anche al vassallaggio deve esserci un limite, non importa quanto siano ricattabili i nostri governati: a questa follia ci deve essere un limite. Come dice Andrea, per ora si ha l’interesse a vendere armi, ma per cercare di risolvere certi conflitti la volontà c’è. In Siria, ad esempio: perfino l’Arabia Saudita sta facendo un passo indietro. Non so se Assad è stato posato un po’ da tutti o se è coinvolto nelle trattative, ma di certo si sta dialogando. La povera Ucraina mi pare che sia stata messa un po’ da parte, perché è un Paese che non serve a nessuno: alla Russia interessavano le regioni più a Est e mi pare si stia discutendo per concedere loro una maggiore autonomia. Nei Paesi baltici non succederà mai nulla di particolarmente grave, infatti Putin ha detto: “Solo un folle potrebbe pensare che la Russia possa decidere di attaccare direttamente la NATO”.
    Come ha scritto Andrea, i problemi che ci riguardano direttamente sono altri: le tensioni sociali, il terrorismo e, aggiungo io, le “riforme” di questo Governo di buffoni.
    Non sono d’accordo con Andrea sul fatto che queste sanzioni alla Russia sarebbero doverose, io le applicherei agli USA! Perché è gravissimo che in Siria stiano appoggiando la Turchia contro i Curdi o che non si capisca in che modo siano coinvolti con l’IS o per il casino che hanno fatto in Ucraina (perché hanno fatto tutto loro). Se proprio vogliamo prendere in considerazione la possibilità che qualcuno possa compiere azioni folli e insensate, vediamo prima chi verrà eletto negli USA nel 2016, perché ORA rischi reali non ce ne sono…

    1. Ottima osservazione. Anche io credo che prima delle elezione di fine anno 2016 non accadrà nulla.
      Ma comunque parliamo di un paese decadente, di un paese che si avvio al suo destino ormai. I 18 trilioni di debito pubblico USA non saranno mai restituiti perché è una cifra incommensurabile.
      Poi la bolla di derivati. Sia il debito pubblico totale (non solo USA) che la bolla di derivati, anche singolarmente, sono di molte volte superiore alla ricchezza mondiale. Lapalissiano che prima o poi il sistema collasserà. Ma la terza guerra mondiale sarà intrapresa non solo per salvaguardarlo, ma per perfezionarlo sotto l’egida di Banca dei Regolamenti Internazionali e Fondo Monetario che imporranno così la loro dittatura tecnocratica. Qualche miliardo di morti per sfoltire un po’ il pianeta e tutto sarà finito, vedrai

  16. Ottima osservazione. Anche io credo che prima delle elezione di fine anno 2016 non accadrà nulla.
    Ma comunque parliamo di un paese decadente, di un paese che si avvio al suo destino ormai. I 18 trilioni di debito pubblico USA non saranno mai restituiti perché è una cifra incommensurabile.
    Poi la bolla di derivati. Sia il debito pubblico totale (non solo USA) che la bolla di derivati, anche singolarmente, sono di molte volte superiore alla ricchezza mondiale. Lapalissiano che prima o poi il sistema collasserà. Ma la terza guerra mondiale sarà intrapresa non solo per salvaguardarlo, ma per perfezionarlo sotto l’egida di Banca dei Regolamenti Internazionali e Fondo Monetario che imporranno così la loro dittatura tecnocratica. Qualche miliardo di morti per sfoltire un po’ il pianeta e tutto sarà finito, vedrai

  17. Che questo sistema crollerà non ci sono dubbi, io voglio sperare senza conflitti globali. Ma qui subentrano questioni economiche e finanziarie complesse… vedremo…

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